Il Mondo - 14/12/2012 - Se è vero che l’ambiente è un business ricco e che il futuro dell’economia non può essere che un mix di «green, blue, white», allora una realtà che occorre tener d’occhio è Kinexia, società quotata controllata da Pietro Colucci attraverso Sostenya, holding in cui c’è anche la quota di maggioranza di Waste Italia. Infatti, Kinexia ha appena approvato un piano industriale triennale (2013-2015) in cui accanto alle tradizionali attività nella produzione di energia da fonti rinnovabili (agroenergie, teleriscaldamento, eolico, fotovoltaico, efficienza energetica) ne affianca una in campo ambientale, e non solo in Italia, che in prospettiva diventerà straordinariamente strategica. La società, creando due business unit, da un lato rinnova il suo business storico delle rinnovabili spostando l’asse verso due attività che, anche alla luce delle nuove normative del settore, potrebbero rivelarsi più remunerative del fotovoltaico e dell’eolico.
La prima è quella della trasformazione in energia degli scarti della produzione agricola (un terreno in cui si stanno muovendo molti interessi, a cominciare daTerrae di Federico Vecchioni con soci come Enel, Generali e Gavio) mentre la seconda è quella dell’efficentamento energetico. Dall’altro lato, il focus sull’ambiente punta sulle tecnologie per il trattamento, il recupero, la valorizzazione e la messa a dimora sia di risorse organiche sia no. Un fronte, in cui Kinexia e Waste sono destinate a collaborare e integrarsi, nel quale Colucci ha già fatto un passo nel campo del trattamento dell’amianto. Ha, infatti, realizzato una specifica alleanza con il gruppo Todininel campo dell’utilizzo energetico di quel materiale, grazie al quale Kinexia si rafforza nel waste-to-energy. Uno schema che porterà la società guidata da Colucci a un portafoglio ricavi più equilibrato (65% rinnovabili, 35% ambiente) che passerà dai 68 milioni del 2012 ai 107 del 2015, con un ebitda che più che raddoppia (dal 13% al 30%)...