Sole 24 Ore 02/03/2012 - Serve un Piano nazionale e l’ambiente deve tornare al centro dell’agenda «Preoccupante, la procedura di infrazione UE sulle discariche» «Il governo Monti non ha un piano energetico nazionale. L’ultimo piano risale al 1998. Il ministro dell’Ambiente Clini è disponibile: partecipa ai convegni, incontra la rappresentanza, parla con gli imprenditori. È già qualcosa. La Prestigiacomo non lo faceva. Manca però mia politica industriale che riporti al centro dell’agenda del governo i temi della green economy. Una questione che riguarda non solo Clini, ma l’intero esecutivo».
Pietro Colucci, tramite la holding Sostenya, controlla Kinexia e Waste Italia, società che operano nelle energe rinnovabili, nei servizi per l’ambiente e nella gestione dei rifiuti industriali. Colucci, presidente dal 2006 al 2011 di Assoambiente, ammette senza difficoltà: «In un momento così complesso, anche noi imprenditori dobbiamo fare autocritica: gli incentivi, per esempio nel fotovoltaico, hanno drogato il mercato e gli interessi particolari di ogni specifico settore, legittimi per carità, hanno impedito la formazione di una linea compiuta, razionale e buona per il paese». Iniziamo dalla politica industriale.
Che cosa manca all’azione di governo?
Ci sono iniziative importanti,ma sporadiche. Clini, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, ha trovato 600 milioni di euro, da assegnare al tasso di interesse dello 0,5% alle imprese private e pubbliche impegnate nell’efficienza energetica, secondo il protocollo di Kyoto. E sono utili i bandi, in via di modulazione, per le smart city e le smart grid del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera. Tuttavia, non c’è un disegno complessivo che fissi gli obiettivi della politica energetica...